Descrizione
Tornano, dopo 40 anni dall’ultimo restauro, alla loro maestosità musicale le oltre 1500 canne dell’organo Traeri-Grigolli, uno strumento che nasce ben tre secoli fa, e grazie a un finanziamento messo a disposizione dalla giunta guidata dal sindaco Pierluigi Negri e ai fondi dell’otto per mille alla Chiesa cattolica.
Le note delle “canne alte fino a cinque metri”, sottolinea il restauratore di Reggio Emilia Pierpaolo Bigi, hanno risuonato per tutta la Concattedrale domenica sera, 20 luglio, per una cerimonia, anche emozionante, pensata per inaugurare l’organo.
E per questa occasione alla tastiera di uno degli strumenti più complessi da suonare nel campo della musica c’era il maestro Marco Ruggeri.
La cerimonia si è aperta alle 21, con le parole del parroco dell’Unità pastorale di Comacchio Don Guido Catozzi che dal pulpito ha raccontato “quanto è stata in salita l’opera di restauro” di un organo come quello di Comacchio che è, anche a detta degli esperti, “un’opera d’arte”, tanto da essere sotto l’egida della Sopraintendenza dei beni culturali, rappresentata sul territorio dalla funzionaria Maria Grazia Gattari.
L’organo ora però è restaurato e il concerto di domenica sera, suonato davanti al pubblico presente e incuriosito, è stato la testimonianza del buon lavoro fatto dagli esperti restauratori. Alla cerimonia ha partecipato anche l’arcivescovo di Ferrara e Comacchio monsignor Gian Carlo Perego, che nel suo intervento ha spiegato il valore della musica da organo nella liturgia. Ha parlato il sindaco di Comacchio Pierluigi Negri che ha reso noto che l’Amministrazione comunale di Comacchio, nella storia, in base alla sensibilità dei governanti, ha sempre supportato il restauro dell’organo (la Giunta in carica, nel 2022, ha deciso di mettere a disposizione per questi lavori 20mila euro).
I dettagli storici li ha forniti l’assessore alla Cultura Emanuele Mari che ha ringraziato anche la funzionaria della Soprintendenza Gattari. A chiudere gli interventi è il maestro Wladimir Matesic, titolare della cattedra d’organo del Conservatorio “Frescobaldi” di Ferrara. (Gli interventi integrali di ogni relatore di seguito a questo comunicato)
L’arcivescovo Perego ha poi impartito la benedizione allo strumento restaurato con a fianco il sindaco, gli assessori, i restauratori e l’esperto Matesic lasciando spazio al concerto del maestro Marco Ruggeri che ha interpretato le note festose di un’opera di Claude Balbastre. La sua maestria ai tasti dell’organo è stata ripresa anche da una telecamera posizionata nella cantoria dove è collocato l’organo affinché i presenti potessero essere completamente coinvolti nell’atmosfera del concerto.
Le corali della parrocchia San Cassiano – Rosario, riunite insieme, hanno chiuso la cerimonia, coinvolgendo i presenti, e intonando il canto “Lodato Dio” diretti dall’organista della Basilica-Concattedrale Giuseppe Guidi.
Gli interventi integrali durante la cerimonia secondo l’ordine con cui hanno parlato:
Don Guido Catozzi
Desidero ringraziare tutta la Comunità Cristiana, il nostro Arcivescovo Mons. Gian Carlo Perego, Don Paolo Galeazzi, Direttore della Commissione Organi e Responsabile Musica Sacra, la Comunità dell’8 per mille per la Chiesa Cattolica, l’Amministrazione Comunale di Comacchio, nelle persone del Sig. Sindaco Pierluigi Negri e dell’Assessore alla Cultura Emanuele Mari, perché con il loro contributo e sostegno, tutti costoro hanno permesso il recupero di uno strumento che la comunità di Comacchio ha ereditato dai propri antenati e che rischiava di andare perduto.
Un organo a canne per uso liturgico di grande valore con potenzialità incredibili, un organo a canne che ha bisogno di costante manutenzione, perché anche solo il trascorrere del tempo intacca tutti i materiali organici che lo compongono. Credo che la musica possa arricchire la vita di tutti noi, può toccare il cuore e, con le emozioni che suscita porta pace, gioia e consolazione a tutti coloro che ascoltano.
Con sincera gratitudine voglio fare un ringraziamento doveroso ai restauratori della Ditta Bigi per la professionalità e per la passione che hanno messo nel loro operare, per rendere questo strumento perfettamente funzionante e fruibile e, con l’aiuto di tanti, ora possiamo ascoltarlo apprezzarlo mentre crea musica bellissima.
Sono emozionato di poter nuovamente ascoltare questo strumento per creare musica che ispiri, conforti e rallegri le nostre anime. Grazie a tutti per aver reso possibile questo dono prezioso.
Arcivescovo Gian Carlo Perego
Onorevoli autorità, cari fratelli e sorelle, viviamo stasera un momento di festa per il restauro dell’Organo storico della Cattedrale. Ringraziamo insieme il Signore per quest’opera e per tutti coloro che si sono impegnati a realizzarla. L’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio in questi anni sta procedendo al restauro degli organi storici nelle nostre chiese, un patrimonio straordinario di arte, cultura e musica sacra. La musica sacra, soprattutto per organo, accompagna la vita della Chiesa da quasi mille anni e il suono musicale dell’organo è stato ritenuto il più adatto per vari secoli nella Liturgia fino ad oggi. S. Giovanni XXIII, in occasione dell’inaugurazione del nuovo organo della Basilica di S. Pietro, nel 1962 diceva: “Attraverso le sue armonie penetrano più facilmente nelle profondità dell’anima le mistiche operazioni dell’azione sacra: ammirazione o desiderio della virtù, propositi di purificazione e di penitenza, anelito alla più intima unione con Dio, impegno di lotta contro il male, pregustazione di beatitudine eterna”. Per queste ragioni, soprattutto dopo il Concilio di Trento, in ogni chiesa parrocchiale si sono diffusi sempre di più gli organi costruite dalle diverse famiglie di organi. Questa ricca presenza di organi storici caratterizza anche la nostra Chiesa di Ferrara-Comacchio. Tra gli organi più meritevoli d’attenzione è da annoverare l’organo della Concattedrale di San Cassiano a Comacchio, che ha visto un significativo restauro, grazie ai fondi dell’8 per mille alla Chiesa Cattolica e del Comune di Comacchio: una collaborazione che diventa sempre più importante per la salvaguardia dei beni comuni, sia sul piano culturale che sul piano sociale. Da quasi tre secoli, da quando l’organo fu costruito nel 1728 da Giovanni Domenico Traeri (1669-1745), nota famiglia di organari bresciana, con una grande cassa lignea settecentesca ornata, l’organo ha accompagnato la preghiera liturgica dei comacchiesi. I successivi restauri nel 1825, nel 1893 e nel 1980 e l’attuale hanno conservato il materiale fonico e le canne di facciata, ridando funzionalità ed integralità allo strumento nella rinnovata disposizione fonica. Dopo il Concilio Vaticano II, l’organo rimane non l’unico, ma ancora uno degli strumenti fondamentali per la Liturgia, soprattutto per alcune elevazioni spirituali realizzate per organo da illustri musicisti, che possono costituire ogni anno un calendario concertistico importante per i fedeli e i turisti della città e dei lidi. In questo modo, certamente la musica dell’organo rinnovato, accompagnando il coro renderà solenni alcune celebrazioni dell’anno liturgico, oltre che diventare un prezioso strumento per concerti e rassegne di musica sacra, così che il nostro cammino nella fede ritrovi non solo nuove ragioni, ma anche una compagnia di note e musica che aiutino a trovare, in questo tempo giubilare, nuove gioie e speranze.
Sindaco Pierluigi Negri
Rivolgo un saluto e un benvenuto a tutti i presenti, a sua eccellenza l’arcivescovo Gian Carlo Perego, al parroco Don Guido Catozzi, agli esperti restauratori e ai musicisti, a tutte le altre autorità civili e militari presenti, ai cittadini …
La celebrazione di questa sera è un momento molto importante per la comunità comacchiese che da sempre, e con vanto, va fiera della sua Concattedrale che ospita, da tre secoli, l’organo “Traeri – Grigolli”.
Un organo che da oltre 40 anni attendeva interventi importanti di restauro, per tornare a suonare le canne, che sono ben 1500, in tutta la loro forza.
Secondo i registri documentari, l’impegno diretto da parte dell’Amministrazione per la manutenzione di questo strumento viene attestato già dalla prima metà del XVII secolo. La tradizione musicale a Comacchio ha, infatti, origini antiche. Cantori, compositori di indiscusso merito, maestri di cappella e organisti hanno dimostrato nella storia, e la contemporaneità continua a darne conferma, un ruolo fondamentale all'interno di una cultura della buona musica e delle ingegnose note che trovano natali proprio nell'isola pomposiana, complesso abbaziale benedettino di costante vitalità, vicinissimo al nostro territorio.
Questa Amministrazione ha creduto di portar avanti questa consolidata tradizione e ha scelto di sostenere ciò che appartiene alla gente di Comacchio e, con convinzione, tre anni fa, ha deciso di mettere a disposizione un finanziamento per poter realizzare gli interventi e avviare i lavori di restauro.
Con estrema soddisfazione salutiamo il ritrovato splendore dello storico organo che, nelle alterne vicende che hanno caratterizzato la sua realizzazione, nelle diverse mani che, partendo da Giandomenico Traeri, hanno plasmato la sua funzionalità, nel costante lavoro di coloro che si impegnano a mantenerne salda la vocazione, continua ad essere simbolo di una comunità civile che si incarica di conservare, e preservare, le proprie eccellenze artistiche, storiche e musicali.
Un compito che Comacchio ha sempre vissuto come missione.
Assessore alla Cultura Emanuele Mari
E' con grande piacere che questa sera siamo qui a conclusione di un percorso virtuoso fatto insieme alla Parrocchia di San Cassiano e alla Diocesi di Ferrara-Comacchio e finalizzato alla valorizzazione di uno dei più importanti beni storico-artistici che i nostri avi ci hanno consegnato e che la nostra Cattedrale custodisce.
Quello della Basilica Concattedrale di San Cassiano è un passato glorioso, soprattutto nell'ambito della musica sacra. Il momento più solenne e sicuramente famoso vissuto dalla chiesa comacchiese sul finire del Cinquecento, come ci racconta lo storico Adriano Cavicchi, fu quello registrato il 26 settembre 1598, quando Clemente VIII, con tutto il suo seguito e la cappella musicale di San Pietro, celebrò nell'antico duomo il solenne "Te deum" col sostegno del suono del primo organo da poco costruito nella Cattedrale di San Cassiano. L'evento è citato con enfasi dalle cronache del tempo anche nei suoi risvolti di carattere pratico a favore della comunità comacchiese, che ebbe in dono dal pontefice alcune valli a seguito della presa di possesso del Ducato di Ferrara da parte dello Stato Pontificio. Già agli inizi del 1600 quindi la Cattedrale di Comacchio possedeva un organo di notevole entità e questo non deve sorprenderci perché in quel periodo in Basilica operavano due importanti musicisti che raggiunsero l'ambito traguardo di vedere pubblicate le loro composizioni: Giovanni Nicolò Mezzogorri ", maestro di cappella del Duomo di Comacchio", e Biagio Tomasi, organista della comunità di Comacchio". Dal fervore generatosi a seguito delle iniziative musicali promosse dagli Estensi non solo a Ferrara, ma anche nei centri minori, si realizzò all'inizio del Seicento anche a Comacchio, una crescita della cultura musicale, che fu sostenuta fortemente anche dalle istituzioni religiose. Grazie, infatti, al sostegno dei vescovi ferraresi, tutti musicofili, e all'impegno fattivo della comunità anche a livello economico, Comacchio seppe trarre da questa felice congiuntura il massimo profitto mettendo in luce due personalità artistiche il cui lavoro avrà durevoli ripercussioni per tutto il Seicento nelle sacre funzioni comacchiesi. Le opere di questi due compositori comacchiesi, stampate e diffuse su scala europea, portarono per buona parte del Seicento, e con non poco onore, il nome di Comacchio a spasso per il mondo. Nel 1991 il Comune di Comacchio, collateralmente al convegno “Il Duomo cittadino tra fabbrica e simbolo nella Comacchio barocca”, promosse un'attenta attività di ricerca sui componimenti dei due autori avvalendosi della collaborazione del musicologo Adriano Cavicchi e dell'organista Maria Grazia Filippi; tale attività di ricerca portò alla realizzazione, nel 1993, di un compact disk con le musiche più importanti dei due autori comacchiesi.
A seguito della costruzione della nuova Cattedrale la Comunità di allora decise di avvalersi di una delle professionalità migliori del tempo per la realizzazione del nuovo organo e chiamarono Giandomenico Traeri, rampollo di una delle più note famiglie organare dell'epoca il quale, nella sua relazione del 1723 scartò la possibilità di recuperare il materiale del vecchio organo proponendo la costruzione di uno strumento tutto nuovo e degno dell'imponente Cattedrale. Da notare che anche la scelta della collocazione dello strumento fu decisa dalla municipalità di allora; da una ricca raccolta di verbali consiliari dell’epoca, infatti, veniamo informati che fu scelta la collocazione sopra la porta maggiore anziché sulla porta della sacrestia, caldeggiata invece dal vescovo, sia per ragioni di spazio che per la simmetria dell'architettura.
Colgo l'occasione per ringraziare sentitamente la funzionaria della Soprintendenza, dottoressa Maria Grazia Gattari per aver seguito la pratica e per aver assistito sul posto alle operazioni di rimontaggio dell'organo, assicurandone il buon esito.
Maestro Wladimir Matesic
Nell'ambito del gioco di squadra - messo doverosamente in evidenza da Don Guido - si inserisce anche la collaborazione col Conservatorio "G.Frescobaldi" di Ferrara. Grazie alla sinergia con le intenzioni di Don Giuliano (parroco in carica prima di Don Guido Catozzi, ndr), vero e proprio motore dell'iniziativa, vengono organizzate rassegne musicali estive dove i giovani allievi della classe di Organo del professore Wladimir Matesic offrono brevi concerti in coda alla Messa festiva mattutina. I giovani si rendono quindi consci dei problemi che affliggono lo strumento e pure loro, secondo la propria possibilità, contribuiscono al recupero dell'organo: un bell'esempio di collaborazione tra istituzioni laiche e religiose! Ora si auspica che proprio grazie al coinvolgimento dei giovani, questo strumento possa declamare le lodi del Signore con rinnovata potenza, diventando voce di quella Basilica che con le sue solenni e grandiose dimensioni sembra accogliere chi proviene da lontano come una "carezza" (la definizione è di Don Giuliano, ndr), ed accogliere il fedele desideroso di Dio e della sua bellezza nello slancio ascensionale del suo grembo".
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Ultimo aggiornamento: 22 luglio 2025, 14:41